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L'UnAR in Campidoglio per il centenario della fine della Grande Guerra

grande guerra

Il 30 ottobre 2018 in Aula Giulio Cesare, in Capidoglio, si è tenuto un particolare consiglio comunale. L’Assemblea capitolina si è riunita in seduta straordinaria per commemorare il centenario della fine della Grande Guerra, e lo ha fatto avvalendosi della collaborazione dell’UnAR.

 

In questa veste l’Unione delle Associazioni Regionali ha potuto così farsi apprezzare anche come istituto culturale. Infatti la quasi totalità delle relazioni sono state curate dalle associazioni aderenti con un consistente contributo del Fogolâr Furlan che ha messo a disposizione due storici della regione FVG. Grande merito va ascritto all’ing. Alessandro Ortis il quale si è speso per l’organizzazione della manifestazione. Per la scaletta in programma hanno contribuito il presidente dell’UnAR e del Gremio, Antonio Masia, l’ing. Francesco Pittoni, presidente del Fogolâr, e Claudio Modena presidente dell’associazione dei Veneti. Ha aperto la seduta il presidente del consiglio Comunale Marcello de Vito introducendo l’ordine del giorno per poi dare la parola al vicesindaco Luca Bergamo in rappresentanza del sindaco Raggi. Dopo l’inno nazionale, eseguito dalla Banda Musicale del Corpo della Polizia locale, sono seguiti i saluti istituzionali del ministro della Difesa Elisabetta Trenta e del capo stato maggiore della Difesa Claudio Graziano. Presenti diversi esponenti delle Associazioni regionali aderenti all’UnAR che ha patrocinato l’evento, oltre a diversi membri del consiglio direttivo del Fogolâr Furlan in quanto curatore di parte degli interventi. Il primo intervento è stato del prof. Virgilio Ilari che si è soffermato sul culto del milite ignoto nelle diverse nazioni coinvolte nel primo conflitto mondiale. Il prof. Enrico Follisi ha esposto il dramma delle popolazioni rimaste nei territori occupati dall’esercito austroungarico, in particolare delle violenze subite dalle donne citando le memorie di mons. Celso Costantini, all’epoca cappellano militare, raccolte nel volume Foglie secche: esperienze e memorie di un vecchio prete, uscito nel 1948 e recentemente rieditato da mons. Bruno Pighin. Giacomo Viola ha invece trattato il tema della profuganza delle genti friulane e venete arrivate in tutte le regioni d’Italia, citando come esempio di accoglienza il caso della Scuola Agraria di Pozzuolo del Friuli ospitata nell’abbazia di S. Nilo a Grottaferrata. Infine sul corpo delle crocerossine, voluto dalla regina d'Italia Elena del Montenegro, ha lungamente parlato sorella Monica Dialuce Gambino a partire dal battesimo avvenuto nel dopo terremoto calabro-siculo del 1908. Successivamente l’attore sardo Daniele Monachella ha letto alcune lettere dal Fronte (soldati Annunzio Cervi e Roberto Sarfatti) tratte dal libro Anime di carta. Lettere dal fronte e al re (1915-18) di Claudio Modena e una lettera-documento della resa del nemico del giovane tenente Giacomo Pittoni, padre del presidente del Fogolâr Francesco Pittoni. Al termine sono stati votati diversi ordini del giorno a firma di tutti i gruppi, alcuni all’unanimità, tra cui quello di celebrare ogni anno questa ricorrenza imbandendo la città con bandiere italiane, l’apertura di un viale del cimitero del Verano intitolato a Maria Bergamas, la donna goriziana che scelse la salma del milite ignoto, quale rappresentante di tutte le madri che soffrirono per la perdita di famigliari, il restauro del tempio ossario dedicato ai caduti della grande guerra all’interno dello stesso Cimitero Monumentale e in luogo da definirsi l’apposizione di un lapide che ricordi il legame storico tra la città di Roma e il corpo volontario delle infermiere crocerossine. Una breve nota di cronaca la trovate al 13' e 15" del notiziario regionale di Rai Tre.

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