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Il Redentore della Sardegna

IL-REDENTORESabato 19 gennaio 2019 presso il Gremio dei Sardi a Roma è stato presentato il romanzo teatrale di Graziano Siotto Il Redentore della Sardegna (Nemapress edizioni) in cui, con dialoghi diretti tra i protagonisti dell’epoca, si ripercorre, agli inizi del 1900, la realizzazione sul Monte Ortobene del monumento bronzeo a Cristo Redentore, opera dello scultore calabrese 

 

Vincenzo Jerace. Ha dialogato con l’autore, Antonio Masia e Neria De Giovanni, che dirige le Edizioni Nemapress, studiosa deleddiana (il volume si apre con un brano proprio di Grazia Deledda) e presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari.
L’Autore ha svelato un mistero celato dietro la statua che chiama in causa direttamente la vita familiare e gli affetti dello scultore. «Ho ripensato alle sue preoccupazioni, ai suoi timori di artista e uomo insieme ai mille ripensamenti su quel volto da realizzare, sul come farlo, sull’esatta espressione da dargli. Fu il momento più delicato. Dare il volto corretto a Dio significava ottenere la gloria tra gli uomini, sbagliare esser condannato al fallimento. Il tutto, chiaramente, legato alla reazione del popolo sardo a lui totalmente sconosciuto. E nonostante due tremendi lutti, quello della piccola Narietta, la figlia che ha voluto celare con un volto ridente dietro al piede del Redentore e la cui piccola mano infante ha nascosto, sempre sull’Ortobene, nella lapide in memoria della Contessa Luisa Pompeati, sua moglie, anch’essa deceduta mentre forgiava la statua, Vincenzo Jerace riuscì».
Graziano Siotto, nuorese, classe 1989, già autore di La leggenda di Mamodinu (2010) e Così ci mangiammo il Comune (2017) è anche consigliere comunale, Presidente della Commissione Servizi Sociali e Membro della Commissione Cultura e Pubblica Istruzione del Comune di Nuoro. Appassionato di identità, introspezioni e tradizioni, declina queste sue passioni nelle ricerche storiche e nella scrittura. Le sue ambientazioni letterarie, calate sui luoghi dell'Isola, trattano però i temi universali.
L’incontro è stato accompagnato dal concerto “Ammerare”, musiche e canti tradizionali sardi di Daniele Barbato Boe, musicista di Nuoro (voce e pianoforte), Giuseppe Mele di Arzachena (chitarra classica) e Gavino Salaris di Olmedo (voce). Al termine è seguito un tipico buffet sardo con pane carasau, salsicce e formaggi isolani. Tra i presenti anche la gradita partecipazione di Don Albino Sanna, che fu Rettore del Seminario di Nuoro e dello scrittore Antonio Casu.

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